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Spotify: la differenza tra free e premium la sentono gli artisti

spotify_greenL’accesso alla musica è l’inferno degli autori/editori e il paradiso degli ascoltatori.

Ma gli ascoltatori hanno la responsabilità di sfruttare, seppur in maniera inconscia, i loro musicisti preferiti: se continuano a utilizzare Spotify in maniera gratuita, le royalties che offriranno ai loro beniamini saranno circa 10 volte minori rispetto a un abbonamento premium.

La diatriba già la conoscete, Spotify riconosce solo pochi millesimi per stream, ma la cosa cambia se l’ascoltatore paga una sottoscrizione mensile.

Come al solito sono gli artisti scandinavi a pubblicare i loro conti perché non hanno problemi nel rivelare quanto guadagnano.
Ed ecco cosa ci svela Anssi Kela dalla Finlandia nel suo post (in finlandese) intitolato LEVOTON TYTTÖ JA SPOTIFY (ossia “Levoton Tytto e Spotify” dove Levoton Tytto è un brano si Anssi).

Kela ci regala i suoi introiti e dopo un lungo conteggio si arriva al resoconto finale.

Ad aprile 2013 gli stream di account free sono stati 220 571 per un totale di Euro 79,9 = 0,00036 Euro per stream
Nello stesso mese gli stream di account Premium o Unlimited sono stati 194 782 per un totale di Euro 798,6 = 0,0041 Euro per stream, ossia 10 volte di più.

A questo punto si aprono vari scenari:

  1. Spotify non è quel mostro di sfruttamento, come di solito viene dipinto
  2. Gli ascoltatori dovrebbero supportare la musica pagando account premium e unlimited che equivale in Euro a un CD al mese
  3. Gli artisti dovrebbero rinnovare i contratti con le proprie etichette/editori adattandoli all’era digitale e non più a quella analogica

E quindi grazie a Anssi Kela possiamo prenderci, ognuno di noi, le proprie responsabilità ed evitare di scaricare questi barili inutili.
Quindi evviva la Finlandia, ed evviva “Levoton Tytto” (che comunque ha oltre un milione di views su YouTube).

  1. 05/12/2013 alle 10:35

    Ciao Gianrico,
    la SIAE dovrebbe ripartire analiticamente i proventi derivati dallo streaming.
    Così come riconosce una percentuale sui brani acquistati tramite gli store digitali.

    Ma il rate del ritorno all’artista da parte di Spotify Free è questo, si è bassissimo ed è il motivo per tutte queste polemiche.

  2. 05/12/2013 alle 10:16

    A me sembrano comunque molto bassi, soprattutto quelli in gratuito. Dovrebbero comunque aggiungersi i DRM della siae (ovviamente non potevano non metterci lo zampino).

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